
Messina prima dei greci
Chi abitava Messina prima dei Greci?
Quando la storia non era ancora documentata, l’estrema punta nord-orientale della Sicilia era abitata dai Siculi, navigatori e guerrieri, oltre che allevatori di cavalli e agricoltori.
Essi erano uno dei quattro gruppi etnici di diversa provenienza che, secondo Tucidide (Storie, VI, 2), abitavano la Sicilia.
Secondo molti studiosi, i Siculi sarebbero una popolazione di origine indoeuropea (forse proveniente dall’area illirico-balcanica).
Secondo Tucidide, essi furono scacciati dagli Opici, una popolazione italica dell’Italia centrale.
Passato lo Stretto (secondo Tucidide attorno al 1035, ma più probabilmente verso la metà del XIII secolo, come riferito dagli storici Ellanico da Mitilene e Filisteo di Siracusa), essi arrivarono con un numeroso esercito sull’isola, occupando i territori lasciati dai Sicani a causa di violente eruzioni dell’Etna.
Si stanziarono, dunque, nella parte orientale dell’isola, nella quale vi erano le zone più fertili, assimilando la cultura del popolo che li aveva preceduti.
A poco a poco, spinsero un’altra etnia presente nell’isola, i Sicani, verso la parte occidentale e meridionale dell’isola e precisamente nella zona situata ad ovest dell’Imera del Sud (o Salso), un importante fiume della Sicilia centrale e sud-occidentale.
Spinti i Sicani verso occidente, i Siculi erano diventati la popolazione militarmente più potente.
Sappiamo, inoltre, da Diodoro Siculo, che, dopo un periodo di guerre tra Siculi e Sicani, si giunse alla stipulazione di trattati che delimitavano le aree di ingerenza ed i territori delle due popolazioni.
Tuttavia i Siculi, a poco a poco, imposero ai Sicani le loro leggi ed i loro costumi, modificando il nome dell’isola da Sicania in Sikelia.
Secondo Dionigi di Alicarnasso il loro capo (leggendario) sarebbe stato “Sikelòs”, da cui sarebbe derivato il nome Siculi.
Per completezza di informazione, occorre riferire che in Sicilia, oltre ai Siculi ed ai Sicani erano presenti altre due etnie: gli Elimi ed i Fenici.
I primi si erano stabiliti in un territorio abbastanza limitato della Sicilia occidentale e, precisamente, nell’estremità occidentale dell’isola.
I secondi, abilissimi navigatori e commercianti, si erano, infatti, spinti fino alle coste siciliane per trafficare con i Siculi, ed avevano fondato delle basi commerciali nelle isole Eguse, a Cossyra, a Motya, a Lilibeo, a Drepano, etc.
Ad essi si aggiunse, successivamente, un gruppo di Ausoni, probabilmente uno dei “popoli del mare”, che verso il 1270 a.C. si stabilì in Sicilia, invadendo le isole Eolie.
Tornando ai Siculi, essi erano diventati signori incontrastati di tutta la Sicilia orientale e, quindi, del territorio in cui sorgerà Messina, i Siculi ne controllavano il porto naturale, chiuso da una penisoletta a forma di falce.
Situato nell’estrema punta orientale della Sicilia, lo Stretto era punto di passaggio dal mar Tirreno allo Ionio e viceversa.
La particolare conformazione del luogo in cui sorgerà Messina e l’attrattiva esercitata dal porto facilitarono l’insediamento di questo popolo, che per la loro propensione mercantile e piratesca colse immediatamente le possibilità che lo Stretto offriva riguardo al controllo delle navi che vi dovevano transitare.
Era, infatti, indiscusso che lo Stretto fosse il passaggio obbligato per le navi che percorrevano le rotte che collegavano il Mare Egeo al Mar Tirreno e viceversa.
L’origine dei Siculi è ancora oggi sconosciuta: secondo alcuni studiosi essi ebbero origini centro italiche, secondo altri sarebbero di origine ligure, secondo altri ancora sarebbero stati di origine mista, Ligure e Centro Italica.
Negli ultimi decenni ha preso sempre più piede una quarta ipotesi, secondo la quale essi erano uno dei popoli del mare, una specie di confederazione di predoni che razziavano coste e territori del mar Mediterraneo.
Secondo tale ipotesi, i Siculi sarebbero i Shekeles (Šekeleš ), che imperversarono nel Mar Mediterraneo e che per due volte (alla fine della XIX dinastia e all’inizio della XX dinastia) tentarono di conquistare anche l’Egitto.
Nonostante, dunque, l’origine dei Siculi sia controversa, quel che è certo è che essi iniziarono a stanziarsi nella Sicilia orientale all’incirca tra la metà del XIII sec. e l’inizio del XIV secolo a.C., spingendo verso occidente i Sicani.
Tucidide riferisce che essi, giunti sull’isola, vinsero in battaglia i Sicani, scacciandoli verso la parte occidentale e meridionale dell’isola.
L’insediamento dei Siculi si sviluppò presumibilmente tra il torrente Boccetta e il torrente Portalegni, oggi via Tommaso Cannizzaro.
La storia di Messina non comincia, però, con la venuta dei Siculi.
Nel territorio vi era insediamento preesistente, che si estendeva verso le colline o i tratti pianeggianti della punta nord-orientale della Sicilia..
Tale insediamento si doveva trovare nella parte interna del territorio e non nelle vicinanze dello Stretto.
I più antichi abitanti della città dovettero, infatti, essere dediti all’agricoltura e alla pastorizia e, pertanto, incapaci di comprendere l’importanza del porto naturale.
Furono, invece, i Siculi a valutare positivamente la posizione geografica della città che estesero fino allo Stretto, a quei tempi già frequentato dai Fenici e da altre popolazioni che vi transitavano.
Nel porto avvenivano gli scambi commerciali dell’epoca: i siculi importavano merci esotiche preziose e rivendevano materie prime.
È grazie ai Siculi che la regione prende il nome di Sicilia e che gli abitanti vengono chiamati siciliani.
Queste sono state, le popolazioni, che hanno abitato Messina prima dei Greci.