Nel 1060, stanchi della dominazione araba, alcuni nobiluomini messinesi (Cola Camuglia, Ansaldo Patti e Jacopino Saccano) si rivolsero al conte Ruggero d’Altavilla, che si trovava in Calabria, chiedendogli di intervenire militarmente in difesa dei cristiani siciliani contro gli Arabi.
Gli Altavilla, di discendenza normanna, infatti con l’accordo di Melfi (1059) erano diventati vassali del Papa Niccolò II, ottenendo così il riconoscimento dei diritti sull’Italia meridionale e sulla Sicilia, pur se l’isola era ancora in mani arabe.
Il Conte Ruggero accettò di intervenire militarmente e nel 1061 sbarcò con il suo esercito preso la rada di san Francesco, sul litorale messinese.
I Messinesi, di nascosto, aprirono le porte della città e combatterono al fianco dei normanni fino a quando i saraceni vennero scacciati dalla città.
Occupata Messina, Ruggero d’Altavilla e il fratello Roberto detto il Guiscardo (cioè l’Astuto) diedero inizio alla riconquista cristiana della Sicilia e in successive spedizioni riuscirono a togliere ai saraceni le più importanti città siciliane.
Nel 1091, dopo trent’anni di lotte, tutta la Sicilia era in mani normanne.
Morti Roberto e Ruggero d’Altavilla, il successore Ruggero II venne incoronato a Palermo re di Sicilia (1129).
In quell’occasione volle premiare Messina per l’aiuto dato il occasione dello sbarco normanno in Sicilia.
Concesse ai messinesi, e solo a loro, numerosi privilegi, tra i quali l’autorizzazione a battere moneta, l’esenzione dal servizio militare e da gabelle e diritti di dogana, l’onore di portare lo stendardo regale […]
Tra i privilegi degno di nota è quello attestante che il “Re fosse sempre reputato cittadino coronato in Messina”.
Fu lo stesso Re a far portare a termine il Duomo, la cui costruzione era stata avviata dal re Ruggero I.
A fine lavori, il Duomo venne consacrato con il nome di S. Maria la Nova.
a distanza di secoli sarebbe auspicabile un gemellaggio tra Messina e la Normandia